Il nero di Stampa, ricco e piatto
Ma voi vi starete domandando, se unisco i tre colori principali non ottengo il nero?
La risposta è: tecnicamente no. Se mescolati C, M e Y al 100% si ottiene il bistro, una tonalità di marrone. Se invece usiamo il Key black al 100% e lasciando a 0% gli altri tre si ottiene il nero ma il risultato di stampa non è sufficientemente ricco e non consente quindi una scala di tonalità piena (nero piatto). Ed è per questo che, unendo i 4 inchiostri, si ottiene il cosiddetto nero ricco quello per una stampa con un risultato ottimale.
Sull’uso del nero piatto
Come abbiamo detto il nero piatto si ottiene da C=0, M=0, Y=0, K=100 e viene spesso utilizzato in stampa per testi ed elementi di piccole dimensioni. In questo caso è consigliabile l’attributo di sovrastampa per evitare gli spiacevoli e antiestetici fili bianchi sui bordi dei diversi elementi, dovuti al disallineamento del foglio di stampa. Inoltre non è consigliabile l’uso di un nero ricco (l’utilizzo di tutti e 4 gli inchiostri) per evitare l’effetto sdoppiamento visivo (fuori registro).
Le variazioni del Nero ricco
Il nero profondo, o ricco, si ottiene combinando le 4 tinte CMYK secondo le diverse percentuali. Quello più comunemente utilizzato è composta da C=63, M=52, Y=51, K=100 e deve la sua popolarità grazie al software Adobe Photoshop®. Queste percentuali si possono estrapolare quando un’area nera di un’immagine in RGB viene convertita in quadricromia, utilizzando le impostazioni del programma grafico. Questa tipologia di nero viene anche chiamata nero di Photoshop®.
Nero freddo: C=60, M=0, Y=0, K=100
Nero caldo: C=0, M=60, Y=30, K=100
Nero Packly: C=60, M=30, Y=30, K=100
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