Cos’è un font?
Tutto questo per una scritta? In realtà il font non è una semplice scritta, ma un insieme di caratteri scelti in modo certosino e accomunati dallo stesso stile grafico.
Il font viene così descritto dal dizionario Treccani: font ‹fònt› s. inglese, usato in italiano al femminile o al maschile – Termine usato nell’informatica con lo stesso significato del francese fonte, dal quale deriva.
Per riuscire a capire meglio cos’è un font è bene analizzare cosa lo compone
Il Glifo
É il cuore del font e può assumere diverse forme: lettere, numeri, punteggiatura e tanto altro. Per una qualsiasi produzione grafica, per il web o per la stampa, è necessario valutare insieme al cliente se l’uso di un determinato carattere sia congruo anche in diverse lingue, è importante controllare che abbia tutti i glifi necessari come caratteri speciali, accenti e simboli della scrittura comune.
Il carattere tipografico
É l’insieme dei caratteri e dei glifi dell’alfabeto latino che condividono caratteristiche di design comuni. Ogni carattere tipografico ha un peso, uno stile, una proporzione, una larghezza, una dimensione e una crenatura.
Le varianti di un font
Generalmente i font hanno diverse varianti dello stesso carattere tipografico. Alcune di queste possono essere:
- Regular o Roman sono le versioni normali
- Light, Thin, Extra-Light, ecc per le varianti di spessore più sottile
- Bold, Black, Extra-Bold, Ultra, ecc per quelle più spesse
- Italic, cioè corsivo, che è proprio un file progettato con estetiche diverse. Possiede anche varianti di spessore.
- Obliquo, cioè la versione inclinata da non confondere con l’Italic.
- Condensed la versione più stretta (anche questo è un diverso file)
- Extended progettato perché sia più largo (anche questo è un diverso file)
Le tipologie di font
Il termine francese serif indica quindi gli allungamenti alle estremità del carattere, per renderlo più “aggraziato”. Hanno origine da una di forma di scrittura di epoca latina (carattere lapidario romano) in cui le grazie venivano utilizzate perché più facili da incidere nella pietra.Sans Serif. I caratteri a bastoni o lineari e privi di inutili fronzoli. Un esempio pratico è quello del Futura, un carattere che punta sulla geometria delle forme.
Gotico.
E’ il carattere utilizzato per stampare la Bibbia di Gutenberg, come abbiamo già detto in questo articolo. Questa tipologia di font, ad oggi, viene esclusivamente utilizzata nelle testate dei blog e dei quotidiani.
Informali.
Sono i caratteri che riproducono simbolicamente la calligrafia e la scrittura manuale. Generalmente poco utilizzati se non in casi eccezionali poiché risultano difficili da leggere.
Originali.
Come spiega la parola stessa, questi caratteri rappresentano qualcosa di unico. Il logo introdotto da Facebook nel 2014 è da considerarsi a tutti gli effetti come originale. Il font designer Eric Olson di Process Type Foundry lo ha sviluppato e personalizzato per conto del Social Network.
Simboli.
Utilizzati solo come elementi grafici, i simboli sono font composti da icone o da emoji, da non confondere con il Dingbat (sono degli ornamenti tipografici, ad es. stelle, fiori, triangoli e frecce. Comunemente usati per rendere un documento più interessante a livello visivo.
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