La storia della tipografia (i caratteri mobili)

L’inventore della stampa è attribuita a Johann Gutenberg, il quale tra il 1448 e il 1454 realizzò la prima copia a caratteri mobili, il primo libro stampato fu la Bibbia a 42 linee per pagina. Il successo di questa invenzione (che in Estremo Oriente esisteva già da 400 anni) fu tale da permetterne una rapida espansione in tutto il continente.

I caratteri mobili erano allineati su una pagina e costituiti da una lega tipografica in piombo, stagno e antimonio, la quale raffredda velocemente e con la pressione della macchina permette di stampare una pagina in poco tempo e uniformemente. In Italia a stampare il primo libro detto incunabolo con questa nuova tecnologia, precisamente nel 1465 fu nel monastero benedettino di Santa Scolastica a Subiaco con il carattere “subiacense” mentre il primo libro ad essere stampato in italiano (volgare) fu La Divina Commedia. Da Venezia a Roma i tipografi allievi o collaboratori di Gutenberg diedero vita a tipografie: insieme alla stampa si sviluppò l’alfabetizzazione. Principalmente si stampavano opere classiche latine di Virgilio e Cicerone. I caratteri ricordano quelli degli amanuensi e si stampa anche in corsivo. Si sviluppa così l’editoria e nel 1700 a Parma Didot, Baskerville e Bodoni introducono nei caratteri la geometria e la proporzione.

Stampa macchina pressione
Johann Gutenberg
LA STORIA DELLA TIPOGRAFIA (I CARATTERI MOBILI)

La macchina utilizzata da Gutenberg è una pressatrice in legno simile a torchio per uva. Nel 1800 grazie all’invenzione di Koenig e Bauer a macchina tipografica si evolve fino a trasformarsi in una pressatrice meccanica e a vapore. Essa è in grado di stampare prima da 300 a 1000 copie all’ora, per poi arrivare a stampare 5000 copie all’ora.

A metà del 1800 in piena rivoluzione industriale un altro inventore italiano Marinoni diede un grande contribuito allo sviluppo della tipografia con l’introduzione della rotativa e della stampa a quattro colori detta quadricromia. Un rullo di carta bianca riesce a stampare così migliaia di copie all’ora, combinando così i 4 colori: ciano, magenta, giallo e nero (CMYK). Sempre nel 1800 la carta viene sostituita con la cellulosa.

L’ultima grande rivoluzione si ha nel 1900 con l’informatica e l’elettronica: la stampante come la conosciamo oggi diventa ad aghi, a getto di inchiostro, laser ed infine 3D. 
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